Tutti noi abbiamo avuto in dote un’educazione in famiglia, le usanze del nostro
paese, i codici della società nella quale siamo cresciuti, e della nostra epoca… Tutto
questo ci ha “modellati” e noi ci siamo posti degli obiettivi da raggiungere, di ordine
intellettuale, culturale, spirituale ma anche professionale, personale o magari
sportivo…
Abbiamo integrato certi dati come un modello di comportamento o di estetica da
raggiungere: abbiamo tutti un’idea personale di quello che “deve essere”.
L’autostima vuol dire: giudizio che abbiamo di noi, che formiamo su di noi.
L’autostima è il risultato di una valutazione di sé in funzione dei criteri acquisiti da
tutto quanto ho appena indicato.
Noi giudichiamo continuamente le nostre azioni e, che ne siamo consapevoli o no, la
valutazione dei nostri comportamenti è sempre presente. I termini del nostro discorso
interiore girano intorno a “quello che faccio ha valore ai miei occhi” oppure “questo
non ha valore”.
L’autostima è un valore fragile e mutevole. A seconda della nostra età, delle persone
che stanno intorno a noi, del luogo in cui si svolge la scena, il nostro comportamento
non viene giudicato allo stesso modo: con gli amici si può “lasciarsi andare” e magari
essere sboccati, vestirsi in modo un po’ provocante… ma di fronte ai professori o ai
genitori “questo non va!” Quando agiamo nel rispetto degli standard abbiamo una buona stima di noi, siamo soddisfatti (ed il nostro ambiente pure). Al contrario, ogni
volta che il nostro comportamento contraddice questi criteri, in un primo momento
veniamo criticati, poi ci critichiamo noi stessi e la nostra autostima diminuisce.
PENSIERI ED AZIONI
Il PENSIERO, la riflessione interiore, i nostri sogni, i nostri desideri, le nostre
speranze sono all’origine delle nostre azioni. Non esiste azione senza riflessione!
Succede che troviamo i nostri pensieri non abbastanza elevati, non abbastanza
intelligenti. E finché questi pensieri restano allo stato di pensiero non rischiamo
molto! Possiamo ancora rettificarli, riflettere, ri-pensare la cosa e darci l’occasione di
elaborarla.
Al pensiero succede la sua concretizzazione: l’AZIONE.
Il veicolo dei nostri pensieri è il corpo, è lui che traduce in movimento il
pensiero, è lui che prende la guida, la “responsabilità” della realizzazione. Proprio
come nella musica: il compositore rappresenterebbe il pensiero, il direttore
d’orchestra ed i musicisti il corpo fisico!
Certo, senza il compositore non ci sarebbe la musica ma sono il direttore d’orchestra
e gli strumenti che assumono la delicata responsabilità di presentare al mondo la sua
concretizzazione!
Al nostro corpo noi chiediamo molto: ESSO DEVE OBBEDIRE!
Deve essere sempre prestante, rispondere “presente” in tutte le circostanze e senza
indugio… Deve corrispondere ai canoni di bellezza, di forma, di peso…
Deve ingurgitare ogni sorta di “nutrimento”…
Deve, deve e ancora deve…!
Quando abbiamo compiuto 18 anni, mio padre non ci ha fatto scegliere il regalo che
desideravamo: la patente di guida era il regalo unico ed obbligatorio. Da parte sua era
piuttosto stravagante ed io ne ero estasiata. Il giorno che arrivai a casa con la patente
in tasca, mi mostrò le chiavi della 4L che mi regalava e mi chiese di seguirlo nel
parcheggio. Recuperai le chiavi solo dopo aver imparato come controllare il livello
dell’olio sull’asticella, quello dell’acqua nel radiatore, appreso a valutare il grado di
usura delle gomme e cambiare la ruota di scorta. Poi mi fece prendere il volante e salì
in macchina con me. Su una strada larga e senza traffico mi chiese di lanciare la
vettura a tutta velocità e poi mi disse di frenare bruscamente ad un dato punto della
strada. Quando la macchina si fermò, mi fece scendere e mi fece percorrere a piedi la
distanza che avevo impiegato per far fermare l’auto.
Non l’ho mai dimenticato, questo corso di “assunzione di controllo” di quella 4L, ne
ho fatto uso con ciascuna delle vetture che ho avuto in seguito ed in questo modo mi
sono sentita al sicuro, conoscendone le possibilità ma anche i limiti.
CHI CI HA INSEGNATO COME FUNZIONA IL NOSTRO CORPO? CHI CI HA
DATO L’OCCASIONE DI SAPERE QUALI SONO LE SUE POSSIBILITA’ ED I SUOI LIMITI? I HA DETTO CHE DOBBIAMO AVER CURA DEL NOSTRO CORPO? …
IL NOSTRO CORPO è il nostro primo e principale veicolo e noi non lo conosciamo!
Eppure è lui che ci porta, che ci conduce alla realizzazione dei nostri sogni, di quello
che abbiamo immaginato.
Mentre noi vogliamo tutti riuscire nelle nostre imprese, ci confrontiamo a volte con
dei risultati mediocri, con delle delusioni, anche con degli insuccessi. Allora siamo
delusi, contrariati o amareggiati e, peggio ancora, umiliati… Cadiamo presto nella
disapprovazione ed il bersaglio di questa disapprovazione è, il più delle volte, il
nostro corpo, contro cui abbiamo molti motivi di risentimento.
Sono le nostre azioni, il più delle volte, ad essere sottoposte al vaglio del nostro
giudizio!
Senza saperlo, abbiamo una quantità infinita di idee preconcette sul suo conto e
soprattutto ne abbiamo una visione dal di fuori. Bisogna avere “una bella
carrozzeria”! Eppure siamo in molte, ed in molti, a sapere che neppure un aspetto
fisico avvenente ci dà necessariamente fiducia in noi e che non sempre ci procura
soddisfazione!
Siamo in molte, ed in molti, ad aver vissuto il nostro corpo come una fonte di limiti,
ad aver sentito dei dolori di un’intensità talvolta insopportabile che hanno causato
paure e persino angosce. Ed anche l’impossibilità di passare all’azione.
Il nostro corpo ci fa entrare in rapporto con gli Altri, è la nostra “vetrina” e, in quanto
tale, ci riflette, parla di chi siamo e soprattutto a che punto siamo! Il Corpo parla!
Il corpo di una persona ci informa della sua storia molto meglio che non le sue
parole: il 10% dei nostri messaggi viene trasmesso dalla parola, dalle parole che
pronunciamo, il resto verrebbe trasmesso dal linguaggio del corpo, dal tono della
voce, dalle espressioni del volto ed anche dagli atteggiamenti!
Possiamo anche fare dei bei discorsi ma le spalle incassate, lo sguardo sfuggente, i
piedi girati all’indentro, la persona che non sa cosa fare delle braccia e delle mani, la
schiena curva… il respiro corto, le mascelle serrate… Tutto questo non passa
inosservato: anche se l’interlocutore non ne è consapevole, tutto questo ostacola il
risultato auspicato.
Quello che insegna l’ANTIGINNASTICA®…
Hegel ha studiato la coscienza SIA sotto l’aspetto di: DOMINIO E SERVITU’,
indipendenza e dipendenza, padrone o servo, SIA sotto l’aspetto di DESIDERIO ED
AZIONE, vale a dire presa di coscienza della propria LIBERTA’ e della propria
POTENZA TRASFORMATRICE.
Abbiamo tutti sentito esprimere questi disagi: “sono rigida”, “sono maldestra,
impacciata”, “non so come stare in piedi”, “non posso fare più nulla perché sto
sempre male”… Come dietro queste parole c’è l’espressione di sottomissione, di
dipendenza!
Abbiamo provato noi stessi, ma anche osservato nei nostri clienti, come l’ascolto
attento del nostro corpo, la conoscenza dell’organizzazione delle sue ossa e dei suoi
muscoli, la percezione della differenza tra il prima ed il dopo un movimento ci calmi:
come la nostra corteccia abbia bisogno di conoscere per non creare in noi
preoccupazione o addirittura panico.
Abbiamo tutti provato la sensazione di poter avere dei gesti più liberi, più sciolti, più
efficaci, maggiormente in grado di soddisfarci, con facilità, e di sentirci per questo
più indipendenti.
Ma anche com’è importante imparare ad osare esprimere le nostre difficoltà e dunque
a non nasconderle e soprattutto a non nasconderle a noi stessi, a dire parole giuste, a
non contentarci del “tutto o niente”, del “nero o bianco” e permetterci di educarci ad
usare tutta la gamma dei colori di aggettivi, di verbi…
Osare parlare e toccare il proprio corpo, liberandolo così da tutti i tabù di cui siamo
pieni!
Ma tutto ciò può esistere soltanto in un clima di sicurezza, di fiducia che necessita
innanzi tutto da parte nostra di non giudicare, di educare a non giudicarsi ma piuttosto
di portare a riconoscere che nella vita tutto è movimento e che noi abbiamo una
grande potenza creatrice, un grande potere di trasformazione, e trovare piacere nel
cammino da prendere per raggiungere i nostri scopi.
Sono stata una grande sportiva ed ho praticato svariate discipline ad alto livello. Ho
sempre molto sofferto di dolori alla schiena e, quando si aggiungeva anche lo stress,
mi sono trovata più volte ad occupare in classifica un posto che non corrispondeva
alle mie possibilità. Ho combattuto con il mio peso che mi sembrava eccessivo (49
kg, vi rendete conto?). Mi sono sentita tozza, gonfia, dura… Perciò ho lottato, lottato
ed ancora lottato…
La scoperta dell’Antiginnastica® mi ha fatto prendere coscienza della qualità, persino
della delizia di sentire il mio corpo posare al suolo e di conseguenza di sentirmi
lunga, quasi grande e sottile. Mi sono messa ad amarlo, ad ascoltarlo ed a
prendermene cura, a provare una migliore fiducia in me stessa se soltanto riconosco
le mie forze ed i miei limiti, le mie qualità, i miei talenti, i miei blocchi.
Riconosco nelle parole dei miei clienti la stessa meraviglia, li vedo calmarsi, prendere
iniziative, “relazionarsi” in modo diverso e testimoniare di aver ritrovato fiducia in sé
stessi.
Molte persone arrivano alla prima seduta dicendo che, pur riuscendo a “farcela con”
le loro difficoltà, non vogliono che queste si aggravino.
Poco tempo dopo comprendono che: “FARE CON” SIGNIFICA “FARE CONTRO”!
Testimonianze…
“Quest’anno ho fatto molte più cose degli anni passati”
“Ho cominciato a mettermi a dieta da una vita senza avere mai il coraggio di andare
fino in fondo, questa è la prima volta che tengo duro ed ho perso 20 kg”
“Ho osato dire delle cose che non avevo mai osato dire”
“Ho superato la mia paura di viaggiare da sola”.
E quel direttore d’orchestra che saltellava dietro il suo podio e che dopo un trimestre
mi ha detto: “non sono più lo stesso quando dirigo, sento il mio corpo, sto con i piedi
per terra mentre prima avevo paura di perdere l’equilibrio”.
Da allora, seguo per il terzo anno consecutivo un gruppo di giovani adulti portatori di
trisomia 21, osservo poco a poco la trasformazione del loro corpo, che diventa meno
inarcato, la loro nuca meno massiccia ma soprattutto il piacere che esprimono al loro
arrivo, i loro sorrisi, la conoscenza delle diverse parti del loro corpo cui ora sono in
grado di dare un nome… I loro insegnanti li trovano più presenti, meno “farfalle”, i
loro educatori e psicologi (che partecipano a tutta la seduta) confermano la loro
resistenza alla fatica, il loro miglior ascolto e la buona presenza, riconosciuta dai
dirigenti degli stage professionali che li accolgono…
Citazioni:
“La salute è uno spirito sano in un corpo sano” (Omero). “Il corpo è il tempio dello
spirito” (proverbio di San Paolo nella lettere ai Corinzi, 1° s.). “Il lavoro del corpo
libera dalle pene dello spirito ed è questo che rende felici i poveri” (massima di La
Rochefoucauld)
(dagli Atti del Congresso di Antiginnastica 2012 – Relatore: Soizizc FREMONT)