Terapia di elettrostimolazione e le Microcorrenti MENS o MCR
L’utilizzo della microcorrente nell’elettrosimolazione è sempre più in crescita. Negli USA ed in altri paesi quali il Giappone, Canada, la MCR o MENS è considerata già da molti anni nella fisioterapia a scopo curativo, (differenziandosi dalle TENS, che come è noto, presentano solamente indicazioni contro il dolore). Sono stati fatti molti studi e ricerche che hanno dimostrato importanti risultati e sono stati definiti vari protocolli e parametri per particolari patologie e situazioni:
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Trauma generico
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Emicrania
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Nevralgia del trigemino
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Artrosi Temporomandibolare
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Spondilosi Cervicale
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Torcicollo
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Dolori al collo post-traumatici (colpo di frusta)
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Sindrome Toracica (outlet syndrome) TOS
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Herpes Zoster
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Periartrite all’articolazione della spalla
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Indolenzimento spalla
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Infortunio al plesso brachiale
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Nevralgia brachiale
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Epicondilite laterale (gomito del tennista)
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Sindrome del tunnel Carpale
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Tendovaginiti / Fratture alle dita
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Lombalgia
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Sciatalgia
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Ernia del disco e spondilosi lombare
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Spondilolisi e spondilolistesi
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Nevralgia femorale
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Sciatalgia
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Nevralgia dell’Otturatore
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Artrite reumatoide / Osteoartrite dell’articolazione delle ginocchia
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Distorsioni / infortunio ai legamenti dell’articolazione della caviglia
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Frattura
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Edema
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Ulcera ischemica della pelle
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Stimolazione dei Trigger points
A differenza delle terapie di elettrostimolazione convenzionali, che utilizzano correnti con intensità dell’ordine di milliampere (mA), la microcorrente utilizza una corrente a bassa intensità (microampere µA). Questa leggera corrente è al di sotto della soglia del dolore dell’uomo e quindi non viene percepita dal paziente. La terapia MENS offre al paziente notevoli vantaggi:
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Sicurezza
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Comfort
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Diminuzione del dolore acuto e cronico
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Veloce recupero dei tessuti e rapida guarigione di ferite, cicatrici e fratture ossee.
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Produzione di fibre collagene, che favoriscono l’elasticità della pelle
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Assenza totale di effetti collaterali e complicazioni
Breve storia della terapia di elettrostimolazione e MENS
Si pensa che l’elettrostimolazione sia usata da almeno 2500 anni. Sembra che nel 500 a.C. circa, il fisico greco Aetus usasse elettricità biologica animale (circa 70 volt), generata da una torpedine, per il trattamento della gotta. Nel 1745, più di 2000 anni dopo Aetus, un fisico tedesco scrisse il primo libro sulla terapia elettrica. In seguito a questa pubblicazione, i francesi Jallabert e Marat descrissero gli effetti dell’elettrostimolazione sulla contrazione muscolare dimostrando la loro utilità nella cura della neuroparalisi e dei reumatismi. Nel 1786, l’italiano Galvani scoprì l’elettricità biologica del corpo umano e la terapia costante di corrente elettrica che esso produce, più tardi riconosciuta come Galvanizzazione. Nel 1831 la tecnica di faradizzazione di Faraday fu annunciata come un efficace trattamento della paralisi motoria. L’utilizzo su larga scala dell’elettrostimolazione arrivò nel 1840 quando il Guys’ Hospital di Londra la impiegò sistematicamente. Nel 1902 il francese Ludec progettò uno stimolatore di corrente diretta intermittente, che fondò le basi per la moderna terapia di corrente diretta intermittente a bassa frequenza. L’apparecchiatura di Ludec era però voluminosa, difficile da trasportare e produceva forti e fastidiose stimolazioni. 16 La sua efficacia fu in ogni caso riconosciuta e il suo utilizzo diventò comune nel trattamento di malattie acute e croniche nel periodo fra il 1920 e il 1940, periodo in cui non era disponibile nessun’altra efficace terapia Intorno al 1945 l’applicazione clinica dell’elettrostimolazione diventò meno popolare in seguito ai grossi progressi ottenuti nella farmacoterapia; venne poi rivalutata negli anni seguenti grazie alla sua effettiva assenza di effetti collaterali. Il periodo del dopoguerra ha quindi assistito ad un notevole progresso nello sviluppo di strumenti di elettrostimolazine, Oggi noi possiamo disporre di una vasta gamma di elettrostimolatori che offrono una larga scelta di parametri come la frequenza, il tipo d’onda, la larghezza d’impulso e il tempo di riposo ecc. Questo progresso nello sviluppo di prodotti per l’elettrostimolazione ha a sua volta contribuito ad aumentare l’utilizzo della terapia basata sull’elettrostimolazione che fu chiamata elettrostimolazione nervosa transcutanea (TENS).
L’elettrostimolazione Neuromuscolare con microcorrente (MENS) fu sviluppata approssimativamente 30 anni fa. Questo nuovo tipo di elettrostimolazione utilizza una leggera corrente non percepibile dal paziente ma che offre uno straordinario effetto terapeutico, contrastando notevolmente con le unità convenzionali la cui stimolazione è spesso percepita dal paziente in maniera spiacevole e fastidiosa.
Effetti clinici
Sono stati riconosciuti e studiati molti effetti clinici delle MENS. Lynn Wallace trattò più di 600 pazienti con le MENS ed esaminò i suoi effetti terapeutici su dolori causati da problemi ai piedi, agli arti inferiori, al femore, all’area lombare, alle spalle, ai gomiti e al collo e scoprì così i suoi importanti effetti sedativi. Secondo Wallace un trattamento iniziale di 15/20 minuti procurò un sollievo del dolore in più del 95% dei pazienti. La riduzione del dolore fu di circa il 55% dopo il primo trattamento, del 61% dopo il secondo e del 77% dopo il terzo; il dolore scomparve completamente nell’ 82% dei pazienti dopo meno di 10 trattamenti (quattro trattameni tdi media). La caratteristica delle MENS di non essere percepibile dal paziente, offre una possibilità infinita di studi e ricerche. Lerner e Kirsch fecero esperimenti su 40 pazienti con dolori cronici alla zona lombare. Questi pazienti furono casualmente suddivisi in due gruppi, uno venne trattato con le microcorrenti MENS e l’ altro con trattamento placebo utilizzando cioè un elettrostimolatore MENS che non provocava nessuna elettrostimulazione. La terapia venne ripetuta tre volta la settimana per otto settimane. I risultati mostrarono una riduzione del dolore in una media del 75% dei pazienti trattati con terapia MENS e solo del 6% in quelli con trattamento placebo. Altri studi hanno accertato che la terapia MENS favorisce la guarigione di ferite ed ulcere. Neil Spielholz studiò sugli animali l’ efficacia delle MENS sulla velocità di recupero di un legamento lesionato. L’ esperimento mostrò che, un’ elettrostimolazione debole (40µA circa) provoca un più rapido recupero, effetto che diminuisce man mano che l’ intensità della corrente aumenta. Garley e Wainapel confermarono che la guarigione da decubito veniva accelerata da 150/250% attraverso applicazioni a bassa intensità (200 – 800 µA). Gault e Gatens riportarono l’ effetto positivo che le MENS ebbero in 106 pazienti con ulcere ischemiche alla pelle. Dai loro studi risultò che il gruppo trattato con la terapia MENS con un’ intensità di 200 – 800µA, ebbe un recupero approssimativo due volte superiore ad un gruppo trattato senza alcun metodo. Alcuni medici hanno riportato che anche la guarigione di fratture ossee è fortemente facilitata da stimolazioni con correnti a bassa intensità. I risultati sopra descritti dimostrano che la terapia MENS è quindi notevolmente efficace nel trattamento del dolore acuto e cronico, promuove la rigenerazione dei tessuti danneggiati, guarisce ferite, cicatrici e fratture ossee. Cheng e alcuni colleghi condussero un interessante esperimento per esaminare i processi fisiologici di guarigione promossi dalle Microcorrenti. Secondo i loro studi, con una stimolazione di tipo MENS ad un’ intensità di 500 µA, il livello dell’ ATP (adeno-stirnifosfato) nel tessuto epidermico di un topo aumentò approssimativamente del 500%. Al contrario una stimolazione superiore a 1.000µA provocava che la produzione di ATP diminuiva ogni volta che l’ intensità di corrente aumentava. 18 Lo stesso fenomeno fu osservato nel trasporto attivo di aminoacidi e proteine in sintesi. Queste scoperte furono in seguito confermate da ulteriori esperimenti da parte di molti ricercatori.
Principi delle correnti MENS
Il meccanismo funzionale delle MENS è complicato e non è stato ancora completamente analizzato. Nonostante l’esistenza di una varietà di teorie contrastanti, sono state accumulate un numero sufficiente di ricerche che sembrano giustificare le seguenti conclusioni.
“ Injury current “ e le funzioni delle MENS
E’ noto da oltre un secolo che sulla membrana cellulare è presente un’energia potenziale di circa –50 mV. Questo energia è conosciuta come potenziale di membrana a riposo. La superficie esterna possiede una carica positiva mentre quella interna ha una carica negativa [Fig.1-1(a)]. Quando una cellula viene danneggiata il potenziale della parte lesa diventa negativo e la corrente elettrica fluisce nell’area ferita. (Fig.1-1b). Questo fenomeno fu accuratamente misurato da Matteucci (1938) e Bois-Reymond (1843); questa corrente è oggi comunemente conosciuta come “injury current”. Nota: (+) indica il potenziale positivo, mentre (-) indica quello negativo. L’injury current viene generata non solo quando singole cellule vengono lese ma anche quando vengono lesi i tessuti. L’intensità dell’ injury current varia da 10 µA a 30 µA, come dimostrato durante gli esperimenti; in altre parole la injury current è una microcorrente. L’injury current promuove il recupero di cellule e tessuti danneggiati nell’organismo vivente. Si ritiene che la stimolazione con questo tipo di corrente possa generare ATP e sintetizzare le proteine e favorire la ricostruzione dei tessuti danneggiati. Si può quindi supporre che una microcorrente generata artificialmente possa integrare e stimolare ulteriormente le naturali funzioni dell’ injury current.
Produzione di ATP, sintesi delle proteine e trasporto attivo
Come abbiamo già visto in precedenza, le MENS aumentano la produzione di ATP, promuovono sintesi delle proteine e il trasporto attivo degli aminoacidi. Questi effetti delle Microcorrenti sono stati dimostrati attraverso studi sperimentali. In realtà non è stato ancora determinato esattamente come queste Microcorrenti riescano a provocare questi cambiamenti fisiologici. Tuttavia il recente sviluppo della biologia quantistica ha reso possibili alcune deduzioni e cioè che gli elettroni trasportati all’interno del corpo per mezzo delle Microcorrenti, determinano le funzioni collegate al fenomeno sopra-descritto.
MENS e il meccanismo di riduzione del dolore
E’ risaputo che le MENS hanno un potente effetto analgesico su una varietà di patologie. Il meccanismo per il quale questo processo analgesico avviene non è ancora sufficientemente spiegato dalla teoria di Gate Control delle TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation), le quali utilizzando una corrente in milliampere stimolano un incremento sostanziale di endorfina e enkefalina, sostanze già prodotte dal corpo umano. Si ritiene che siano coinvolti i seguenti fattori:
(A) Generalmente le MENS si propagano attraverso i vasi sanguigni dove la resistenza elettrica è minima. Durante questo processo, i vasi capillari sono stimolati dal fluire degli elettroni, migliorando quindi il flusso del sangue e nello stesso tempo viene accelerata la decomposizione di bradichinina, istamina e 21 altri sostanze che provocano dolore cosi come anche l’acido lattico e altri prodotti dell’affaticamento. Queste sostanze decomposte vengono velocemente trasportate via dal flusso del sangue.
(B) Oltre al processo precedente viene generato ATP e vengono sintetizzate le proteine necessarie per accelerare il recupero della parte danneggiata, diminuendo così il dolore. Lo scopo di questa procedura non è quello di alleviare il dolore ma di guarire il danno; in questo modo la diminuzione del dolore ne è solo una naturale conseguenza.
Le fasi della terapia
La terapia MENS comprende generalmente due fasi. La fase 1 mirata principalmente a diminuire il dolore mentre la fase 2 a risolvere il trauma e riparare il tessuto danneggiato. Mentre la fase 1 permette un rapido sollievo del dolore, la fase 2 promuove la produzione di ATP e la sintesi proteica accelerano il recupero dei tessuti e quindi una guarigione di base. Queste due fasi vengono eseguite in successione.
Durata del trattamento, numero di sessioni e periodo del trattamento
La durata del trattamento oscilla fra i 15 e 30 minuti nella fase 1 e fra i 5 e 10 minuti nella fase 2 (5 minuti di default) Il numero di sedute varia in relazione al problema da trattare. Generalmente è sufficiente un trattamento al giorno od ogni due giorni. Per ottenere risultati soddisfacenti il periodo della terapia può variare da 10 a 45 giorni. Dopo il raggiungimento di risultati soddisfacenti sono consigliate da 5 a 10 sedute di proseguimento.
Uso combinato con il TENS
Le microcorrenti possono essere combinate con l’elettrostimolazioni di tipo TENS. Questo abbinamento può produrre grandi risultati in presenza di dolori acuti o sintomi d’irrigidimento muscolare o paralisi.
Bibliografia
1. Wallace L : New perspectives in rehabilitation e preventative health care services. MENS Therapy. Lyndhurst, OH, p. 20, 1986. 2. Lerner, Fred N.,Kirsch, Daniel L. : The ACA Journal of Chiroproctics, 15, S 101, 1981. 3. 0woeye I, Speilholz N, et al : Low intensity impulsod galvanic current e the healing on tenotomized rat achilles tendons : Preliminary repot using load to breaking measurements : Arch Phys Med Rehabil 66-415, 1987. 4. XCarley PJ, Wainapel SF :Electrotherapy fo acceleration of wound healing: Low intensity direct current. Arch Phys Med Rehabili 66-443, 1985. 5. Gault WR, Gatens PF Jr : Use of low intensity direct current in management of ischemic skin ulcers. Phys Ther 56~265, 1976. 6. Cheng N, et al : The effect of electric current on ATP generation, protein synthesis e membrane transpot in rat skin. Clin Othop 171-264 1982. 7. Gersh MR, Woolf SL. : Application of transcutaneous electrical nerve stimulation in the management of patients with pain. Phys Ther 85-341, 1985. 8. Kenyon JM : Bioelectrical potentials e their relation to acupuncture. Acupunct Electrother Res 4-37, 1979. 9. Ohno T. : Experimental Study on µcurrent Effect on Healing Process of 1\1axillomeibular Disoder. Journal of Dentistry Society, 82: 1323~ 1983. 10. Nanano K, et al : Effect of Percutaneous Electrical Stimulation on Osteoarthritis of Knee Joint. Rehabilitation Medicine, 22, 1985.